Chapter 8. Acorn

8.1. Acorn' Saga

Maccabeo

Notando un certo interesse (ed avendo finito di scrivere la tesi :-)), ho deciso di cominciare una serie a puntate sulla storia di Acorn Computers. Cercherò, quanto più possibile, di seguire l'approccio indicato dal professore di Storia della Tecnologia Michael Mahogany dell'Università di Princeton (M.S. Mahogany, History of computing in the history of technology, Annals of the History of Computing, Volume 10, Number 2, 1988).

8.1.1. Prologue

Per la storia dell'informatica, Cambridge e' uno di quei posti mitici, di quei nomi evocativi di glorioso passato e di epiche sfide tecniche e tecnologiche. Insieme a Manchester, Cambridge fu la citta' che segno' piu' di ogni altra la storia dell'information technology nel Regno Unito.

Maurice Wilkes fu a capo del computer laboratory della facolta' di matematica dell'Universita' di Cambridge gia' dal 1945, anno di fondazione del laboratorio. Nel 1946 un suo stretto collaboratore, Leslie Comrie si reco' negli Stati Uniti riportando a Cambridge una copia del famoso scritto di Von Neumann "First Draft of a Report on the EDVAC". Fu proprio il lavoro di Von Neumann riguardo il progetto EDVAC che convinsero lo stesso Wilkes a recarsi presso l'Universita' della Pennsilvania per un seminario estivo nel 1946 sulle tecniche di progettazione di computers elettronici. Il professore inglese riusci a mettersi in contatto col gruppo che stava lavorando ad EDVAC, oltre che ad Howard Aiken, John Mauchly e Presper Eckert.

Ritorno' a Cambridge nell'Ottobre del 1946 e partecipo' al progetto EDSAC, assieme ai tecnici Steward, Renwick, Barton e il programmatore Wheeler. EDSAC, il secondo computer britannico, divenne operativo nel giugno del 1949. Nel frattempo il progetto ottenne finanziamenti concreti da parte della Lyons & Co. Ltd., un teashop londinese che aveva deciso di dotarsi di tecnologia avanzata per l'amministrazione della propria attivita'. Questo pionieristico interesse culmino' poi, pochi anni dopo, nella costituzione di LEO Ltd. la divisione elettronica della Lyons. La collaborazione con il teashop londinese creo' un precedente importante nella storia dell'Universita' di Cambridge e dell'It inglese in generale. Furono diversi i casi in cui aziende private finanziarono progetti universitari nel campo dell'information e communication technology (a tutt'oggi l'Universita' di Cambridge riceve finanziamenti da parte di aziende del calibro di Microsoft e ARM Ltd. ): e', tra gli altri, il caso di Ferranti Ltd. che sponsorizzo' EDSAC2, avanzato successore di EDSAC, e il cui progettista capo fu proprio Wilkes.

Maurice Wilkes era ancora direttore del Laboratorio di informatica a Cambridge alla fine degli anni '70, periodo in cui Clive Sinclair fondo' la Cambridge Computers e lancio' sul mercato un computer in kit (MK14). Tra i progettisti del primo home computer britannico vi era un certo Chris Curry, studente all'Universita' di Cambridge ed amico personale di Sinclair. Egli era un giovane elettronico molto promettente ed aveva in testa una idea: costruire un computer tutto suo, e mettersi in diretta competizione col suo ex-mentore, Clive Sinclair.

Due amici decisero di rischiare l'impresa assieme a Curry. Hermann Hauser era uno studente austriaco di Fisica all'universita' di Cambridge, con un'ottima conoscenza elettronica e buon senso degli affari; Roger Wilson (ora Sophie Wilson) era anch'egli studente a Cambridge, ma di computer science, ed aveva gia' in curriculum la progettazione di un microcontroller per la gestione computerizzata di mangiatoie per bovini. Proprio a quest'ultimo Chris Curry propose, nell'estate del 1978, pochi mesi dopo l'uscita di MK14, di costruire un prototipo per un computer da vendersi in kit, esattamente come il prodotto della Cambridge Computers. Roger Wilson perfeziono' la board alla quale stava lavorando per un progetto universitario e, verso la fine dell'estate, un ancora grezzo circuito stampato popolato da qualche integrato e da una CPU 6502 emetteva i suoi primi bip ...

8.1.2. Episode I, atomic theory and practice

L'Acorn System-1 venne infine commercializzato nel 1979. La macchina disponeva di un piccolo display a cristalli liquidi in grado di visualizzare 8 caratteri numerici o alfanumerici. Sulla schedina eurocard che costituiva il computer vero e proprio erano saldati 256 byte di RAM oltre che una interfaccia per collegare un registratore a cassette. La differenza ed i vantaggi rispetto ad analoghe macchine su single board vendute in kit disponibili all'epoca era proprio nella possibilita' di interfacciare il piccolo Acorn con periferiche esterne. Inoltre, la natura aperta dell'architettura di System-1 rese possibile l'introduzione, sempre nell'anno 1979, di macchine sostanzialmente formate da piu' moduli System-1 in rack (il caso, ad esempio, dell'Acorn System-5). E tuttavia il System-1 puo' essere considerata macchina di passaggio, se si pensa a alla sua naturale evoluzione, l'Acorn Atom.

L'Atom e' macchina decisamente all'avanguardia nel 1980. Disegnata intorno al solito 6502, Atom e' custodito in un vero case di plastica e la tastiera, contrariamente al rivale Sinclair ZX80, ha la tipica corsa da macchina da scrivere. L'expansion bus Acorn, sulla scia dell'omologo presente sul System-5, consente di connettere sul retro dell'apparecchio un dispositivo di rete Econet o un floppy disk drive. Il Basic, su ROM, e' una evoluzione di quello presente come opzione nel System-1, ed e' una versione non standard in matematica intera (su ROM era diponibile una estensione per computare espressioni in virgola mobile). Fu introdotta anche una versione completa del COS, Cassette Operating System, un vero e proprio piccolo sistema operativo su ROM in grado di maneggiare i files registrati su nastro magnetico; il COS sara' la base degli sviluppi futuri dei sistemi operativi della ghianda, RISCOS compreso! Per molti aspetti, sia tecnici che ergonomici, Atom rappresento' davvero il biglietto da visita di Acorn Computers nel mercato informatico non solamente britannico. Atom venne importato anche in Italia (e MCMicrocomputer ne fece una lusinghiera recensione sul numero 11 del 1982) come in altri paesi europei, e contribui', in maniera determinante, a rendere popolare il marchio di Cambridge.

Tanto popolare che la British Broadcast Corporation penso' bene di invitare Acorn Computers a concorrere per la gara d'appalto per la realizzazione del computer alla base dell'ambizioso progetto Computer Literacy, il BBC Microcomputer.

8.1.3. Episode II, the beeb project

Dopo il successo di Atom, per Acorn era arrivato il momento di una scelta. L'azienda era ormai conosciuta, anche oltremanica ed era quindi giunto il momento di consolidare la propria posizione introducendo il successore dell'Atom. Inizialmente in Acorn pensarono di progettare una nuova macchina basata sul nuovo processore motorola, il 68000. Tuttavia il patron Chris Curry, era scettico riguardo questa ipotesi, pensando di saltare la generazione a 16 bit per costruire in futuro una macchina full 32 bit. Si trattava, dunque, di sfruttare, al momento, quanto piu' possibile il processore 6502, peraltro abbondantemente utilizzato anche dalla concorrenza nella fascia home computer. Il sogno di Curry, pero', era quello di andar oltre la limitata prospettiva del mercato home, e quindi non ripetere la storia di Clive Sinclair che, a detta di Curry, aveva troppo legato il proprio brand ad un solo settore di mercato, seppur in espansione, come quello domestico. Acorn avrebbe dovuto espandersi e tentare di concorrere, invece, anche nel business computing. Tutti questi pensieri, tuttavia, vennero completamente resi inattuali dalla svolta del 1981.

Gia' dalla fine del 1980, infatti, l'area educational della British Broadcasting Corporation (BBC) decise di iniziare un ambizioso progetto chiamato "computer literacy project", progetto di alfabetizzazione informatica. Negli intenti del coordinatore del progetto John Radcliffe, esso doveva porre le prime basi di una alfabetizzazione informatica quanto piu' possibile completa ed estesa anche ai profani assoluti. Lo scopo si sarebbe dovuto ottenere con gli sforzi congiunti della BBC, del governo britannico, delle strutture di consulenza informatica sul territorio, e di numerosi volontari. Il progetto constava di alcuni essenziali elementi: cicli di trasmissioni messi in onda dalla BBC stessa, una serie di libri di supporto e di approfondimento alle lezioni televisive, e, ovviamente, un computer costruito ad hoc per consentire un approccio pratico da parte degli studenti.

Furono stilate delle specifiche minime in base alle quali sarebbe stata scelta la piattaforma hardware/software del BBC Microcomputer. Esse prevedevano, oltre alla semplicita' d'uso, la disponibilita' di interfacce verso memorie di massa(sia cassette che floppy disk), una buona dotazione di memoria, un basic moderno e strutturato, capacita' grafiche avanzate, connettivita' col sistema Teletext (in Italia, Televideo) con possibilita' di download di apposito telesoftware: il tutto ovviamente per un costo contenuto e popolare. Alla gara d'appalto vennero invitate sette aziende informatiche britanniche, tra cui Newbury Labs, Sinclair e, ovviamente Acorn.

Naturalmente, nel 1981, Curry non aveva ancora nulla di pronto a soddisfare le richieste della BBC: tuttavia l'impresa meritava ogni sforzo. Roger Wilson, in meno di una settimana, fu in grado di progettare una macchina in grado di ottemperare alle richieste del network di stato britannico. Nel giro di una giornata venne assemblato un prototipo della nuova macchina, nome in codice, Proton. Proton fu presentato in tempo utile alla commissione giudicante della BBC, con a capo Richard Russell, e, contrariamente ad ogni previsione, Acorn Computers riusci' ad aggiudicarsi l'appalto. Di Proton venne apprezzata, in primis, la grande espandibilita' e modularita', da sempre caratteristiche di ogni produzione di casa Acorn. Congiuntamente alla commissione tecnica della BBC, venne codificato il BBC Basic e, a natale del 1981, vennero accettate le prime ordinazioni del nuovo computer.

Il primo modello, tuttavia, soffriva di eccessivi difetti di gioventu' e venne, gia' nel corso del 1982, sostituito dal BBC Micro Model B, il "beeb" per gli utenti inglesi. La macchina era costruita con i criteri gia' visti per il suo progenitore, l'Atom. Il BBC presentava una tastiera robusta e funzionale, in un case altrettanto massiccio. L'expansion port venne riprogettata per poter interfacciare il BBC al teletext, opzione realmente rivoluzionaria per l'epoca. Venne mantenuta la possibilita' di operare in Econet, la rete locale della Ghianda, e venne potenziato il COS per lavorare egregiamente con ADFS, Acorn Disk File System. Il BASIC, scritto rispettando le specifiche della BBC, fu probabilmente il miglior interpete basic di tutti i tempi. Formalizzato e strutturato, era piu' simile ad un Pascal che ad un basic come si era abituati a vedere sui Microcomputer dell'epoca, pur mantenendo la caratteristica semplicita' d'uso del linguaggio. Inutile ricordare che la macchina ebbe un successo enorme, superiore alle aspettative di Curry, e consenti' ad Acorn di ottenere una posizione pseudo monopolistica nel florido mercato britannico dell'edutainment oltre che di una diffusione comparabile solo a quella dello Spectrum Sinclair nel Regno Unito. L'allievo si accingeva a superare il maestro ...

8.1.4. Episode IV, the RISC power

Il primo approccio di Acorn computers nei confronti della tecnologia RISC risale al 1982. Proprio nell'anno in cui verrà presentato l'Electron in Inghilterra, Acorn lavora alacremente per offrire ad una utenza di tipo aziendale e professionale, un'espansione che sfrutti la particolarissima interfaccia Tube del BBC, al fine di poter implementare una soluzione RISC a 32 bit su una macchina che come CPU propone un processore a 8 bit (il 6502).

In un'intervista rilasciata a Practical Computer, Chris Curry, uno dei fondatori di Acorn computers e all'epoca CEO dell'azienda, dichiara la necessità, da parte dell'azienda di Cambridge di offrire un sistema professionale, in grado di funzionare con un sistema operativo aperto (e cioè UNIX) e con una potenza di calcolo superiore all'allora nuovo processore 68000 di Motorola. Curry crede nella filosofia RISC e decide di adottare il National Semiconductor 16032. Il progetto, denominato Gluon, altro non è che un'espansione del buon vecchio BBC, che include l'affiancamento, tramite interfaccia Tube, del RISC a 32 bit al 6502 saldato sulla motherboard.

Nonostante il valore tecnico di queste ricerche (occorreva, di fatto, far convivere una architettura hardware strutturata per funzionare con un processore a 8 bit, con un processore in grado di utilizzare registri interni a 32 bit e un indirizzamento memoria a 16 bit) Gluon non ebbe grande successo, nemmeno nel Regno Unito. Tuttavia, per Acorn rimaneva di rilevante importanza proporsi come azienda in grado di offrire soluzioni a 360 gradi: dall'utenza domestica ed educational (BBC ed Electron), all'hobbista (con l'ancora prodotto Atom, fornito anche in scatola di montaggio e con lo schema elettronico), fino all'utenza professionale ed aziendale (BBC con disco fisso winchester e rete Econet). Nei primi anni '80, tuttavia, crebbe l'interesse dell'industria informatica nei confronti di UNIX. Non c'era azienda che non avesse un qualche progetto tecnico concernente lo sviluppo di hardware (e software) atto a funzionare con UNIX.

Acorn non fece eccezione: occorreva quanto prima proporre ai propri utenti un sistema professionale basato su processore RISC in grado di far girare anche UNIX. Il coraggio dell'azienda di Cambridge fu di concepire e costruire un processore atto allo scopo, in proprio. Nacque l'ARM 1, ancora una volta come estensione da implementare sul BBC tramite interfaccia Tube. Siamo nel 1985 e il pacchetto di maggioranza di Acorn computers, a seguito di problemi finanziari, passa nelle mani di Olivetti. L'azienda italiana è interessata all'acquisizione di una azienda tradizionalmente legata all'Università di Cambridge( la cui facoltà di informatica è tra le più rinomate al mondo, fin dai tempi dell'EDSAC e del preside di facoltà Wilkes). Molti di voi, probabilmente, hanno avuto modo, ad esempio, di utilizzare il programma VNC, sviluppato dai laboratori Olivetti di Cambridge: la presenza di Olivetti sul suolo britannico fu rafforzata proprio dal matrimonio con Acorn computers.

Grazie al riassetto finanziario, Acorn fu in grado di procedere nella ricerca sul processore ARM (Acorn Risc Machine) e nello sviluppo di una macchina costruita attorno a questa CPU. Nel 1987 venne presentato Archimedes, il personal computer RISC più potente del mondo. La CPU di Archimedes è l'ARM 2, evoluzione di ARM 1, CPU RISC costituita da meno di 25000 transistor. Caratterizzato dalle ridotte dimensioni e, naturalmente, dalla bassissima dispersione di calore, ARM fu progettato spingendo al massimo il concetto di RISC. Quasi tutte le poche istruzioni occupano un solo ciclo di CPU e quindi, essendo la macchina cloccata ad 8 Mhz, ARM raggiunge una velocità nominale di quasi 8 MIPS. In realtà, la velocità effettiva dei primi modelli (la serie 300 e 400) è di circa 6 MIPS, comunque valore stupefacente per una macchina dal costo di poco più di 1000 dollari.

I registri di ARM sono 27, di cui 16 effettivamente utilizzabili dall'utente. Si tratta di registri a 32 bit numerati da R0 a R15 (quest'ultimo corrisponde al Program Counter e l'R13 è lo stack pointer; l'R14 è usato come registro di subroutine (nelle prossime puntate si chiarirà la funzionalità di R14). Il bus di indirizzamento è a 26 bit e quindi ne consegue che ARM2 è in grado di indirizzare fino a 64 mega di RAM.

Il processore può operare in 4 modalità differenti :

Accanto al microprocessore ARM, Archimedes presenta nel suo chipset altri 3 integrati:

  • il VIDC, che si occupa della gestione del subset audio e video

  • il IOC, il controller degli eventi di input/output

  • il MEMC, il gestore della memoria di Archimedes, oltre che interfaccia tra IOC e VIDC con la CPU ARM

8.1.5. Episode V, Arthur's Quest

L'uscita delle nuove macchine basate sul RISC ARM implicava, da parte di Acorn, la programmazione di un nuovo sistema operativo in grado di sfruttare la potenza dell'hardware Archimedes. A bordo delle macchine della serie 300 (305 e 310) e 400 (405 e 410) fece la sua comparsa il sistema operativo Arthur. Si trattava di un sistema operativo su ROM strutturato in maniera modulare, nel quale la stessa interfaccia grafica era un programma separato dal sistema operativo vero e proprio. Di default la macchina partiva in CLI e col comando *Desktop si poteva accedere all'interfaccia di tipo WIMP, immancabile su ogni computer prodotto dalla seconda metà degli anni '80. Il Desktop di Arthur non era così intuitivo come Finder di Apple, e nemmeno come il GEM usato sugli Atari della serie ST. Tuttavia aveva una peculiarità quantomeno sensazionale: era ineramente scritto in Basic ! Con costrutti più simili al Pascal che al Microsoft Basic, il Basic V di Archimedes, evoluzione del IV che equipaggiava i vecchi 8 bit Acorn, BBC, BBC Master ed Electron, consentiva di inserire comandi dell'ARM Assembler direttamente nel programma. Questa caratteristica fu mantenuta in tutte le successive release del BBC Basic.

Acorn, tuttavia, riteneva Arthur solamente un primo passo, una versione beta di quello che davvero doveva essere il sistema operativo di Archimedes. Nel 1989, quindi, fece la sua comparsa RiscOS, montato sui nuovi A420 e A3000 oppure, tramite apposito kit, distribuito come upgrade per i vecchi modelli.

RiscOS riprende la struttura modulare alla base già di Arthur. Il kernel coordina i vari system modules i quali, a loro volta, forniscono diverse funzionalità, come il gestore delle finestre, i file systems, il font manager, ecc. L'utente può creare i suoi propri moduli, implementando nuove features all'interno di RiscOS (ad esempio, è possibile scrivere nuovi moduli file systems, al fine di poter accedere a dischi creati con altri sistemi operativi). Il sistema operativo offre al programmatore numerose chiamate di sistema denominate Software Interrupts (o SWI). Con le SWI è possibile accedere alel caratteristiche del chipset di Archimedes. Esistono numerose chiamate di sistema per controllare il VIDC, il IOC e il MEMC: e, naturalmente, si può chiamare ogni SWI da un qualsiasi programma in BBC BASIC, in assembler o in C.

Gli stessi comandi della Cli RiscOS (i cosiddetti *commands) sono stati scritti utilizzando i SWI. Tramite essi è possibile controllare ogni aspetto del sistema operativo, ivi compresi i settaggi e le preference hardware e software memorizzate nel CMOS. E' anche possibile utilizzare i *commands all'interno di un programma BBC BASIC, rendendo di fatto quest'ultimo un avanzato strumento di scripting.

Naturalmente BBC BASIC è un linguaggio interpretato: per generare un eseguibile RiscOS è necessario procurarsi un compilatore Basic o utilizzare un compilatore C (come GCC o Lcc) o assembler. Una volta generato l'eseguibile è consigliato creare l'icona e l'obey file. RiscOS, infatti, utilizza un singolare metodo per gestire gli eseguibili: essi risiedono in una direcotry il cui nome inizia col carattere "!". All'interno di questa directory sono presenti due BBC BASIC script: uno, !Run, contiene lo script che deve essere eseguito quando si fa doppio clic sull'applicazione (e, quindi, si farà carico di eseguire il binario vero e proprio) e viene chiamato Obey file; l'altro, !Boot, contiene uno script, sempre in BASIC, che viene eseguito quando RiscOS vede la directory "!" dove il file è contenuto. RiscOS, infatti, in presenza di directory che iniziano col carattere "!", ne controlla il contenuto eseguendo l'eventuale file !Boot il quale, tra le altre cose, si occuperà anche di settare correttamente l'icona del programma, icona che risiede nel file Sprites, sempre all'interno della directory "!".

8.1.6. Episode VI, Eureka !

Dopo i primi successi della serie Archimedes equipaggiata col processore ARM2, Acorn inizia la sua campagna per sostituire il parco macchine BBC installato presso le scuole del Regno. il nuovo BBC computer è Archimedes, ed è per questa ragione che sui primi Archimedes compare, di nuovo, il logo della British Broadcasting Corporation. L'introduzione dell'economico A3000, il primo Archimedes con tastiera integrata, come già avveniva sugli Atari ST e sull'Amiga 500, era mirata proprio a sostituire le vecchie macchine 8 bit nelle scuole inglesi. La propensione della ditta di Cambridge verso il mercato educational andava così confermandosi.

Nei laboratori Acorn, nel frattempo, si metteva a punto una versione aggiornata del processore ARM2, l'ARM3. Il nuovo processore avrebbe integrato in un unico chip CPU, IOC, MEMC e VIDC, cosa che avrebbe reso la serie Archimedes più performante e, soprattutto più economica. Il prezzo, soprattutto fuori dal Regno Unito, restava decisamente elevato. Lo stesso Bruno Rosati, su MCMicrocomputer n°94 (Marzo 1990) sosteneva che proprio le lire necessarie all'acquisto del 3000 erano tantine, soprattutto se il prezzo veniva paragonato a quello di un ST o di un A500. Tuttavia, concludeva l'autore della recensione, la macchina Acorn è di una classe diversa, con una potenza di calcolo di gran lunga superiore, ed una architettura di sistema decisamente più moderna. Insomma il 3000 era davvero il RISC alla portata di tutti (nel 1990 !).

La divisione software di Acorn, intanto, lavorava sodo per l'imminente uscita dello UNIX per Archimedes. Tre macchine furono create appositamente per installarvici RISCiX, lo UNIX della Ghianda, l'R140, l'R225 (in realtà una stazione diskless) e l'R260. Macchine dal costo decisamente superiore a quello degli altri membri della famiglia Archimedes, montavano sia RISCOS che RISCiX e si differenziavano per la quantità di RAM, disco e ethernet. Nel 1990 esce, dunque, lo UNIX per ARM: RISCiX si basava su BSD 4.3 (seppur con estensioni system V) ed includeva XWindow 3, TCP/IP e NFS. Un sistema R140 completo costava circa dieci milioni del 1990, meno di una WS UNIX della concorrenza. Tuttavia, con i soli 4Mbyte di RAM di R140, RISCiX non riusciva ed esprimersi al meglio e l'R260 diveniva, de facto, la WS UNIX di ACORN. Come al solito, la macchina ebbe un certo successo solo nel Regno Unito a causa del costo.

Nel settembre del 1991 finalmente uscì la nuova macchina basata sul processore ARM3, l'A5000. Scompare il logo della BBC ma si materializza una macchina molto potente e con un prezzo decisamente aggressivo. Ha inizio la seconda generazione di Archimedes. La nuova macchina ha finalmente un floppy ad altà densità (1.6mbyte in formato ADF) e una interfaccia IDE di default. Gemello dell'A5000 e l'Acorn A4: stessa piastra madre, stesso processore, stesse feature con una differenza: l'A4 è un portatile. Esteticamente identico ai notebook Olivetti (la Acorn è da qualche anno membro del gruppo Olivetti) divenne ben presto una macchina culto per i fan della ghianda. Come entry level, a sostituire l'A3000, furono introdotti l'A3010 e l'A3020. Tra di loro differivano per i colori dei tasti funzione (verdi sul primo, rossi sul secondo) e per la presnza, sul 3020, dell'interfaccia IDE (per dischi da 2.5''). Dall'A5000 differivano per la presenza dell'ARM250 invece dell'ARM3 (un chip intermedio tra ARM2 e 3) e per il fatto di essere, come il 3000, macchine all-in-one.

Nel 1992 infine fu introdotto l'A4000, sostanzialmente un 3020 in configurazione desktop. La cosiddetta "via di mezzo" ebbe notevole successo. La fascia alta era dominata dall'A5000 ALpha variant, con un processore ARM3 a 33mhz con una potenza di circa 17 MIPS; fu la terza ed ultima macchina equipaggiata con ARM3 e, si dice, l'ultimo Archimedes mai prodotto ...

8.1.7. Episode VII, put a PC in your RISC

La seconda generazione di macchine Acorn ha inizio nel 1994 con l'introduzione del RiscPC 600. Per capire lo sviluppo di questa macchina occorre prestar bene attenzione ad un avvenimento datato 1991. In quell'anno, la divisione di ricerca sui microprocessori di Acorn fu scorporata dando origine ad ARM Ltd. La nuova società avrebbe dovuto provvedere all'ulteriore sviluppo tecnologico del RISC Acorn e, contemporaneamente, proporsi come fornitore di aziende diverse da Acorn. in Arm Ltd. investirono aziende come Apple e Digital, interessate a sviluppare una piattaforma RISC ormai ritenuta matura per applicazioni differenti da Archimedes.

Nel 1994 Acorn si trova a dover far fronte ad un mercato in cui i computer sono equippaggiati con processori sempre più performanti, anche per far fronte alle pressanti richieste, da parte del mercato, di macchine multimediali, in grado cioè di lavorare con files contenenti audio, video, e immagini. Processori come il 486DX2 e il PowerPC del consorzio IBM-Apple-Motorola erano divenute, per ARM Ltd., realtà con le quali confrontarsi. Il primo risultato dello sforzo della società inglese di processori, fu l'ARM 610: cloccato a 33 mhz e capace di una potenza di calcolo cruda ben oltre i 20 MIPS, il 610 equipaggiò la nuova linea Acorn, il RiscPC. Il RiscPC 600 montava ARM 610 su daughter board, consentendo quindi all'utente di poter facilmente aggiornare la cpu, nel momento in cui nuovi modelli sarebbero stati disponibili.L'architettura di sistema del 600 consentiva l'aggiunta, sempre su daughter board) di un secondo processore 486 o 586. L'Open Bus connsentiva quindi di condividere le risorse hardware tra l'ARM e il processore Intel: sul RiscPC 600 era dunque possibile far coesistere applicazioni scritte per RISCOS e applicazioni Windows/DOS. Furono anche aggiornati componenti essenziali del subsystem hardware: il VIDC fu aggiornato nel VIDC20, e il MEMC fu accorpato con IOC nel IOMD20. Furono inoltre adottate soluzioni standard quali l'IDE onboard, moduli SIMM per eventuali espansioni di memoria, e porte PS2 per tastiera e mouse. Rivoluzionario anche il case in cui il 600 era contenuto: per una macchina nata modulare nell'implementazione hardware venne progettato un case egualmente modulare. Esso poteva crescere con l'aggiunta di nuove espansione alla base originale: l'effetto era simile a quello di uno scaffale al quale vengono aggiunti nuovi libri.

L'evoluzione naturale del RiscPC 600 fu il RiscPC 700. Presentato il 12 luglio del 1995, condivideva col 600 lo stesso case e la stessa architettura di sistema. Differente il processore, il nuovo ARM 710, evoluzione del 610 e decisamente più performante del suo giovane antenato. Venne anche aggiornato il sistema operativo: ad un solo anno di distanza dalla sua presentazione col RiscPC 600, RISCOS 3.5 andava in pensione in favore del nuovo 3.6, che introduceva importanti novità per ciò che concerne il networking e specificatamente la connettività TCP/IP.

Come macchina di fascia bassa Acorn realizzò congiuntamente al 700 l'A7000. Contenuto in un case desktop decisamente più comune ed equipaggiato con il nuovo ARM7500. Mettendo VIDC20 e IOMD e ovviamente ARM7 in un chip singolo, il 7500 appunto, Acorn era riuscita a contenere i costi del 7000, ponendolo nella stessa fascia di prezzo del vecchio A4000. Gli ulteriori sviluppi dell'ARM 7500 posero le basi per i primi esperimenti di network computer targati Acorn e sponsorizzati da un gigante come Oracle, come si vedrà.

8.1.8. Episode VIII, just ask at the Oracle ...

La modularità con la quale venne concepita e costruita la serie RiscPC, consentì ad Acorn di sfruttare le macchine esistenti per implementare il nuovo chip StrongARM di ARM Ltd. Nel marzo del 1996 una daughter board contenente il nuovo superchip di ARM venne implementata nel bus di espansione di un RiscPC 600: si trattava di uno StrongARM cloccato a 230 Mhz.

Nato dagli sforzi congiunti di ARM, Acorn e Digital, lo StrongARM disponeva di una cache interna sia per i dati che per le istruzioni e, cloccato oltre i 200 Mhz, manteneva un bassissimo livello di dissipazione di calore, facendo intravedere notevoli qualità in applicazioni che avessero richiesto basso consumo energetico. Assieme allo StrongARM uscì una versione aggiornata di RISCOS in grado di supportare la daughter board con il nuovo processore. RISCOS 3.7 presentava un kernel completamente riscritto per sfruttare le caratteristiche di StrongARM, e comunque restava compatibile coi vecchi processori 710 e 7500. Tanto più che il nuovo OS equipaggiava pure la serie A7000+, introdotta nel 1997, ed equipaggiata con l'ARM 7500FE (sostanzialmente un 7500 con coprocessore matematico integrato), macchina che si andava a collocare come sistema entry level. Tuttavia l'A7000+ divenne noto per ben altre ragioni. Fin dal 1995 la Oracle Corporation di Larry Ellison decise di introdurre un nuovo concetto di computing che, nelle intenzioni dell'azienda americana, ben si adattava con il crescente fenomeno internet e, più in generale, con il paradigma chiamato network computing. L'introduzione di un linguaggio distribuito e platform indipendent come java di Sun Microsystems faceva presagire un futuro fatto di client leggeri, di applicativi java distribuiti in reti locali e geografiche. Il PC era superato, secondo Oracle, perlomeno lo era nei tradizionali ambienti di lavoro. Abbassare il cosiddetto TCO, total cost of ownership, divenne imperativo categorico per aziende, come Oracle e Sun, che sulla rete scommettevano il loro futuro e la loro identità.

Il processore StrongArm SA-110 divenne il motore della futura generazione di network computer. Oracle rilasciò delle specifiche alle quali i vari produttori di Network Computers avrebbero dovuto adeguarsi: e, per la presentazione del primo prototipo, l'azienda americana ne commissionò ad Acorn computers la costruzione. La macchina era sostanzialmente basata sull'A7000+, montava, naturalmente, una ethernet di default, ed era in grado di interfacciarsi con reti Lan rj45, così come a reti geografiche ATM. Il sistema operativo, derivato da RISCOS, venne denominato NCOS, Network Computer Operating System e fu licenziato dalla stessa Oracle.

Tecnologie come java, metaframe (ICA), X11, sql sembravano ai membri del consorzio NC, di cui Acorn fece naturalmente parte attiva, poter supportare adeguatamente la nuova piattaforma hardware nonchè il nuovo paradigma informatico. La minaccia fu avvertita come estremamente reale dal principale antagonista del network computing, Microsoft, che, con l'ausilio di una campagna martellante a favore del PC, riuscì a convincere una buona parte dei responsabili IT che l'adozione del NC avrebbe riportato indietro le lancette della storia informatica alla detestata epoca dei mainframe. Il consorzio non riuscì a dimostrare il contrario, anche a causa dell'immaturità di alcune delle tecnologie (in primis java) alla base della filosofia NC. Oracle e Sun riuscirono a sopravvivere alla sconfitta, anche grazie all'eterogeneità dei rispettivi listini e mercati di riferimento. Per Acorn, al contrario, che aveva puntato tutte le sue scarne risorse nell'alleanza, fu il colpo fatale. La Ghianda vacillava pericolosamente, e sarebbe bastato un soffio di vento per farla cadere, inesorabilmente.

8.1.9. Episode IX, Acorn's Yellow Submarine

La fine dell'anno fiscale 1997 significò per Acorn Computers Ltd. un aggravio in bilancio per circa cinque milioni e mezzo di sterline. La situazione era disperata ed Acorn riuscì a sopravvivere vendendo la propria quota azionaria in ARM Ltd., la ex sussidiaria che deteneva i diritti sui processori omonimi. Acorn arrivò quasi al pareggio di bilancio ma certo non poteva più permettersi il minimo passo falso. Il prodotto che avrebbe dovuto rilanciare l'azienda di Cambridge venne annunciato fin dall'inizio del 1998, nome in codice RiscPC2. Fu creato fin troppo clamore e aspettativa sulla nuova macchina tanto che si iniziò a pensare ad un clamoroso caso di vapourware (in verità, fenomeno non troppo frequente in casa Acorn).

E finalmente a maggio, in occasione del Wakefield show edizione '98 la macchina fu presentata. Il nome definitivo divenne Phoebe 2100: si trattava di un middle tower giallo brillante dalle forme decisamente sinuose ed accattivanti. Stratosferico il contenuto: accanto allo StrongARM su daughter board, un controller IDE, un bus PCI, il nuovo VIDC20+, dotato di 4 mbyte di video RAM, espandibilità fino a mezzo giga di RAM, risoluzione massima a 1280x1024 per 32k colori. Il sistema operativo era il nuovo RISCOS 4, major release che includeva supporto per internet, oltre che per java, e per il networking, con Omniclient in grado di collegare il Phoebe a reti Microsoft, UNIX (NFS) oltre che Acorn Access.

La workstation gialla era decisamente bella, troppo bella per essere vera: tanto più che il prezzo (attorno alle 1500 sterline) la rendeva decisamente accattivante anche da un punto di vista economico. Tuttavia si trattava di prototipo, e quindi Acorn iniziò ad accettare delle prenotazioni piuttosto che ordini veri e propri. Anche perchè Acorn computers non aveva più i mezzi per una produzione industriale di Phoebe, e gli ordinativi in essere non fornivano alla società di Cambridge i presupposti per continuare. Acorn dichiarò di rinunciare in maniera definitiva ad ogni ulteriore sviluppo di Phoebe e, ancor peggio, di ogni futura workstation. La società decise di concentrarsi nello sviluppo di thin client e set top box TV. In realtà la divisione hardware di Acorn fu acquisita da Pace Micro Technology nel 1999, società specializzata in hardware per interactive TV e alcuni fuoriusciti di Acorn fondarono Element 14, società specializzata in servizi di comunicazione, e la linea di macchine Acorn. Ma la vendita ed il supporto per macchine RISCOS venne comunque continuato da alcune aziende, come Castle Technology, Microdigital e RiscStation, così come RISCOS Ltd. continuò nello sviluppo del sistema operativo della ghianda. Il sottomarino era colpito, ma non ancora affondato ...